Acrostici per l'Ogliastra
Evocazioni, fantasie, richiami, invenzioni, creatività e cura danno vita ad una estesissima architettura di versi. Di combinazioni distillate; selezionatissime, mai estemporanee.
L’acrostico opera come un significante di attrazione, di complicità emotiva immediata che provoca e regge la successione e il ritmo del verso che appare scandito, scavato attraverso frammenti di illuminazioni puntuali; letterariamente fertili, feconde, appropriate.
L’acrostico dismette pertanto ogni casualità e diventa parola chiave. Scoperta di senso.
Nasce una sintesi di più filoni: di esperienze umane sentimentali appena accennate, di depositi di memoria, di echi di culti e riti ancestrali, di classicità robusta, assorbita; di autenticità naturale, scolpita, umanizzata.
Un’ideazione che permette una ricostruzione intelligente, vigilata, dotta tra dimensioni sarde e salentine, rese pregnanti sotto diversi profili: dallo stile alla calibratura semantica, ai colori ai suoni. Nella essenzialità delle figure che evitano sovrapposizioni e carichi secondari, scolastici.
Una tessitura abile ed equilibrata di forme e significati, di componenti intellettuali e di timbri emozionali. Di espressività densa e, al tempo, elegante, trasparente. Un messaggio poetico intriso di esperienza umana e di misura riflessiva. Di sensibile adesione alle cose.
Un canto originale. In forma originale.
Francesca Ligetta
Nata ad Alezio, in provincia di
Lecce, cinquantotto anni fa e da allora, nido, materne,
elementari, medie... è sempre andata a scuola; prima da discente e poi da docente: dall’Italia Meridionale
all’Insulare passando per la
Val Camonica, senza soluzione di continuità.
Dal 2011 insegna al Fermi di Mantova. Il suo primo grande e
ininterrotto amore sono le
parole. Corrisposto dalla
madrelingua con qualche
velleità di parentela tra il latino e i dialetti.