Concorso letterario Faraglioni d'OgliastraPremiati i vincitori della IV edizione
Vince "Rosso", il romanzo d'esordio di Nino Melis
“Un romanzo di vita intrecciato al romanzo della parola”, con questa definizione della giuria si chiude la motivazione che ha consegnato a Nino Melis l’ambito primo premio della quarta edizione del concorso letterario “Faraglioni d’Ogliastra”. Un premio che incorona “una spinta ideativa robusta che ha radici feconde in uno straordinario patrimonio di memorie, di storia e di cronaca, di qualità e condizioni fattuali”, frutto di un “un passo narrativo maturo, adulto, che genera una sintesi espressiva calibrata e duttile, una scrittura di densità evocativa che spazia e ricerca, provoca e inventa costruzioni e connessioni di originale trama e pregnanza”. Un opera che e “apre domande spiazzanti di spessore umano e psicologico”, basata su un fatto reale (la strage di San Sebastiano a Jerzu) che affonda le sua radici nel lontano 20 gennaio 1925 e che ancora oggi fa parlare di se, sull’onda lunga di un orrore che non conosce confini di tempo e spazio.
Al secondo posto, con “una scrupolosa ricerca di significazioni universali, di meditazioni e di esemplarità educante dentro l’immenso mare della storia e della documentazione della cronaca storica, autenticata e verisimile”, Mariano Caredda piazza il suo romanzo l’Anello delle Spose, in cui “scandali esistenziali in dimensioni grande e piccola, di periferia, infrangono i codici di autorità e provocano narrazioni, racconti vigorosi intorno a nodi tematici di complessa ed esclusiva riflessione”. Un romanzo d’amore, che fluttua attorno a codici che minacciano castighi e pene, ma che in nessun modo frena l’impeto della passione; un affresco che mescola due dimensioni temporali, livellando in modo attento e calibrato passato e contemporaneità in “un ritmo incalzante, dietro il dramma delle verità esistenziali”, spesso sovrastate da “una spinta inquisitoria che genera una scrittura tesa, di sostenuto profilo filosofico e morale, che non conosce pause e scansioni di tono”.
“La grande storia, intesa come narrazione paradigmatica della vicenda umana, ha radici profonde che arrivano fino ai luoghi della periferia, dove alberga la piccola storia”, un terzo posto in ex equo per Palmiro Pilloni che con il suo Storie nella Storia divide il podio con Daniela Pisu, autrice di Quando decidi di restare, “una narrazione atipica, originale. Una sorta di romanzo storico e di romanzo sociale insieme, con un profilo di personaggi che si affacciano nel racconto seguendo la linea di una rappresentazione più cronachistica che romanzesca”. Due lavori che presentano quelle caratteristiche care al concorso di documentazione e storicità, di narrazione aderente al nostro tessuto culturale, figlio di una storia spesso contraria e ostacolante il percorso di rinascita del territorio isolano, ma sempre costellata di scelte coraggiose e spesso vincenti.
Degne di nota sono le opere escluse dal podio, ma di pari valore contenutistico. Citiamo Un’anima a soqquadro di Mariacristina Cubeddu, Il mondo ci sorrideva e noi non perdevamo istante di Giampiero Piras, Marilù Bellarin di Dino Sodde e la bella favola di Claudia Barrui L’avventura di Drafia.
La casa editrice ci tiene a ringraziare per la collaborazione e la grande competenza espressa nel lavoro di valutazione delle opere la giuria del concorso, composta dal Professor Piero Carta e le professoresse Rosaria Verdicchio, Angela Cannas e Chiarina Mulas.